Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/225

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libro iii. 205

locavano nel capitello ionico, devono sportare un terzo del diametro della colonna da capo, come di sopra fu detto dei cartocci, e questi tanto devono avere d’altezza, ovvero lunghezza, quanto è il suo sporto ovvero proiettura, cioè il terzo del diametro. E similmente gli angoli sottodiagonii segnati A, B dell’abaco propinqui ai voluti, tanto devono sportare quanto i voluti, ed essere contigui ad una medesima linea perpendicolare; ma l’angolo diagonio superiore per A e B debba sportare la metà più, cioè il mezzo del diametro della colonna da capo: avvegnachè in altri modi si trovi usato per gli antichi, e così per i moderni loro emulatori si possa a placito usare. Le foglie, viticci, caulicoli e voluti hanno fra sè questa proporzione, che le prime foglie devono pervenire al terzo dell’altezza del capitello, e le due nascenti infra e sotto le prime laterali devono pervenire al mezzo di tutto il diametro: il residuo poi del diametro si dia ai caulicoli, viticci e voluti.

Queste semplici regole di simmetria si possono ridurre alla proporzione della vetta dell’uomo in questa forma: dividasi la testa in tre parti principali e una accessoria, come per i pittori si divide, cioè nella parte inferiore dall’estremo del mento insino all’estremità inferiore del naso: nella seconda dall’uno all’altro termine del naso: nella terza dalla superna parte del naso insino al principio della volta del cranio: e ultimatamente nella quarta, cioè in essa volta del cranio1. E questa è subdupla a ciascuna delle tre prime. Debbasi adunque, applicando al proposito, dare la inferiore parte alle prime foglie, e alle seconde la metà della seconda, ed ai caulicoli, voluti e viticci, dare l’altro mezzo della seconda con tutta la terza, ed all’abaco la suprema parte che allo altro è subdupla, e settidupla a tutto il capitello, come meglio si vedrà per la figura (Tav. II. 3).

  1. Si noti che Francesco era anche pittore e scultore, onde la conoscenza delle proporzioni dell’uomo dovevagli essere famigliare. Questo canone di proporzioni orizzontali della faccia umana (Tav. II. 3) deve aggiungersi a quelli dottamente raccolti e comparati dal Bossi nel IV libro del Cenacolo.