Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/299

Da Wikisource.

libro v. 279

distante da quella piedi 15: quindi si divida la detta ultima circonferenza per linee rette dal centro all’ultima circonferenza, ed i muri di queste linee siano lunghi secondo la grandezza della terra: non debbano però essere nell’ultima circonferenza distanti l’una dall’altra più di piedi 160: dopo queste si tiri una linea da ciascuna intersecazione del circolo minore con le linee rette al termine dell’altra linea retta propinqua nella circonferenza maggiore: dove appare che nelle linee centrali saranno le offese per fianco, come appare nella figura.


ESEMPIO XI.

Rocca di pianta quadrata con difese saglienti sulle diagonali

Per altra via si può fare un circuito quadro fortissimo, non essendo però molto grande, perchè in grande distanza l’un angolo non potria l’altro difendere. Facciasi un quadrato, e negli angoli d’esso siano i torroni: e dopo questi, nel fosso facciasi un muro tramezzo angolato, sotto il quale passi un capannato applicato al torrone propinquo a sè, e passi il muro tramezzo circa a piedi 10: e dopo questo sia uno rivellino con le parti che di sopra è detto, come appare nella figura.


ESEMPIO XII.

Rocca di pianta triangolare, volgente un angolo contro l’offesa.

Se alcun luogo fusse che dalle bombarde solo da una parte potesse essere offeso, quello facilmente si potria fortificare in questa forma. Facciasi la circonferenza triangolare (equilatera o simile, ovvero isoscele) della quale un angolo si volti ver la parte debile, e questo sia massiccio, ossia pieno piedi 25 in 30: poi nelle linee laterali si facciano più reverse dove si lochino le offese per lato, e similmente degli altri angoli s’intenda: e fra questi altri sia locata la porta, dopo la quale sia una