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di fr. di g. martini. 35

magine della Madonna. Era il giorno 18 aprile dell’anno 1484, allorchè una subitanea fama corse pei vicini paesi di prodigi ivi operati: accorrevano i fervorosi popoli, portavan doni, e tanto crebbe il concorso ed il grido, che pensossi pressochè all’istante ad innalzare dove non era che una povera concia, un magnifico tempio: padroni del sito pochi e poveri calzolai, il fondo tutto macigni e dirupi, protezione e conforti nessuni: d’altra parte, spiriti fervidissimi di religione, e ciò che tanto onora questa italiana natura, ingenito amore del grande onde ai popolani nostri nessuna opera fosse pure dispendiosa, metteva dubitanza, e gli edifizi destinati al culto di Dio, a decoro e tutela della patria magnifici li volevano, e magnifici veramente facevanli.

Concertato il pensiero del tempio, i calzolai furono da Luca Signorelli onore della patria loro, e questi che probabilmente in Orvieto aveva conosciuto Francesco, addossossi l’incarico, e sapendolo in Gubbio, vi si portò nel giugno dell’anno stesso 1484 (1). Assunta l’impresa, Francesco si portò in Cortona, attese le grandissime difficoltà della fondazione sur una ripida costa impedita dall’acque della concia: ed appena giunto fece tosto disegno e modello della chiesa. Prima opera fu il preparare la superficie: «L’ingombro insuperabile del monte, dice il Pinucci al capo VI, che circondava la valle, non permetteva il distendersi in quel ristretto terreno. La sorgente viva delle acque che copiose scendevano e s’allargavano intorno alla sacra imagine, non dava speranza di assicurarvi la fabbrica. Per rimediare all’uno ed all’altro impedimento, si ascoltò il parere di vari artefici e capi-maestri (libro di ricordi di Toto di Gulino camarlingo de’ calzolai, pag. 19), e furono speciosi i sentimenti delle diverse loro opinioni. Ma venuto appena sulla faccia del luogo Francesco di Giorgio, fece subito conoscere che l’unico riparo era il taglio del monte nella parte di sopra e lo scavo di straordinari fondamenti, onde le acque della concia avessero libero il passaggio di mezzo ad essi e sotto la chiesa. Così

  1. Deliberazioni del Pubblico di Cortona, lib. I, c. 118 «A maestro Luca dipintore a dì 17 giugno 1484 lir. 17. 7. 6 quando andò a Gubbio per lo maestro per lo defizio per fare la Chiesa» (Memorie storiche della sacra Imagine del Calcinaio presso Cortona del P. Gregorio Pinucci. Firenze 1792).