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diviso ed appianato il monte, così regolate e ben dirette le acque, non meno provvide all’angustia del sito, che alla sicurezza dell’edifizio (1)».

Il giorno 6 giugno del 1485, accorsavi immensa moltitudine di popolo, fu solennemente murata la pietra fondamentale da Silvestro di Giuliano Ciaffini capitano della città di Cortona pei Fiorentini. Il libro I delle Deliberazioni del pubblico di Cortona, ne contiene un lungo rogito, del quale, essendo a stampa (2) io ne citerò quel tanto solo che è ad onore dell’architetto. Quidam Franciscus de Senis singularis architector residens ad servitia Ill.mi Domini Phederigi Ducis Urbini venit in eorum notitiam, qui ad eorum requisitionem se contulit ad dictam Civitatem Cortonae, et viso loco et situ aedifitii fundandi construssit formam templi sculptum in ligno, secundum cujus formam supra praescripta die fuit fundatum dictum templum modo et ordine infrascripto.

Il Vasari, il quale attribuì a Francesco di Giorgio le fabbriche di Pienza ed il palazzo d’Urbino, cose certamente non sue, tace affatto della chiesa del Calcinaio (3), circa la quale non cade dubbio essere Francesco l’architetto. Egli veramente, tacendo, può essere accusato d’ignoranza, non già di errore: ma bastò che dicesse altrove (4) come il vecchio Antonio da Sangallo aveva fatto un modello della Madonna di Cortona, perchè i susseguenti scrittori, e dico de’ Cortonesi, che le cose loro do-

  1. Pinucci, Op. cit., pag. 52. «A Maestro Francesco da Siena, che stava in Gubbio a dì primo di luglio lir. 75 per disegno e modello per edificare la chiesa..... a dì 5 aprile 1485 lir. 23, ventuna delle quali a Maestro Francesco che disegnò la chiesa, e due lire per farli onore. E più spese detto Simone (camarlingo della consorteria de’ calzolai) a dì 18 aprile lir. 30. 10, che diede per nostra poliza al medesimo maestro..... 30 aprile spese detto Simone lire 12 che diede per nostra poliza al maestro Francesco».
  2. Lettere Sanesi, vol. III, pag. 87 e 88. Il De-Vegni (pag. 96) appuntò la singolare denominazione che qui si dà a Francesco, di architetto cioè del duca Federico morto già nel 1482, ed assennatamente pensò che il notaio vi abbia scordato un quondam Ill.mi. Non regge però l’obbiezione fatta dal Bianconi, del leggersi assurdamente in questo rogito del 1485 residente Summo Pontifice Sixto Quarto, il quale morì nel 1484, perchè queste parole si riferiscano al breve del 1.° giugno 1484, col quale Sisto autorizzò i calzolai di Cortona a ricevere i doni e fabbricare il tempio.
  3. Calcinaio chiamavano i Cortonesi quell’edifizio della concia, e da esso ebbe nome il tempio, e tuttora lo ritiene.
  4. Vita di Giuliano da S. Gallo, vol. V, pag. 223.