Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 1.djvu/13

Da Wikisource.

— 13 —

dal coltello anatomico! Oh quante donzelle, la cui principal cura in tutta la loro vita era stata di nutrir nel velo del più gran pudore il mistero della propria bellezza, debbono in morendo avere il rammarico di sapere che il lor corpo verginale sarà esposto a sguardi per lo meno indifferenti.

È l’ora consueta della lezione: le 11 a. m. Nel gran salone di anatomia patologica, sovra un tavolo di marmo, giace un cadavere interamente ignudo. Una cinquantina di giovani studenti sono aggruppati qua e là su gli scanni messi ad anfiteatro, e discorrono ad alta voce, mormorando, canticchiando, e taluni, dando prova d’insensibilità, prendono una refezione su quelle tavole, su cui non è guari studiavano le loro lezioni di preparazioni anatomiche.

Il professore non era ancora arrivato.

Storielle amorose, aneddoti da collegio vevano buccinati tra quei gruppi schiamazzatori, che sganasciavansi dalle risa e battevano co’ loro bastoni gli scanni.

Gaetano soltanto non prendeva parte alcuna in quelle baldorie, e, rincantucciato in un angolo, teneva immobilmente fisso sul cadavere uno sguardo da pazzo. Il solco della sua fronte si era più rinserrato, segno in lui di grandissima concentrazione mentale. Golia gamba sinistra accavalcata sulla dritta e col gomito appoggiato sulla coscia, con le dita della sinistra mano sorreggendosi il mento, pareva essere in una meditazione cupa e profonda cui scambiar