Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 1.djvu/38

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l’atteggiamento della più dolorosa concentrazione, cominciò a dare di lunghi passi per la curia, e di quando in quando soffermavasi, rileggeva dall’un capo all’altro la lettera che avea nelle mani, ed era un nuovo spasseggiar presto e concitato, un dar pugni sonori sui tavolo, uno smozzicar tra denti parole poco intelligibili, imprecazioni contro un innominato nemico.

E questo durò qualche quarto d’ora. Ma subitamente, una gioia feroce rischiarò la sua buia fisonomia, a guisa di una scarica di cannone che gitta la sua fiamma livida e affumicata sul volto dell’artigliere... Riporre il protocollo nell’armadio d’onde l’avea cavato, intascarsi la lettera, aprire la curia, ed uscire, fu fatto in minor tempo che pensato.

Gaetano Si era incamminato verso una via che metteva capo al borgo Loreto.


VI.


il complice.


L’abitazione del notar Basileo era sita, siccome abbiam detto, al borgo Loreto. Una misera camera sotto il tetto di un logoro casamento, colle mura anticamente bianche ed ora d’incerto colore, componea tutto il suo quartiere: mancava finanche di cucina, e ciò poco importava al nostro curiale, però che non mai avveniva che ne avesse bisogno, il suo vitto consistendo in cibo che non avea necessità di esser