Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/111

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sfumo insensibile di vermiglio, che si andò gradatamente riconcentrando in sulle gote finchè da ultimo due rose fissaronsi in sulle due pozzette.

Gaetano trasse in disparte il Marchese, e sottovoce gli disse in modo da non essere adito dalla figliuola del Conte:

— Sig. Marchese, io mi allotano, imperciocchè Beatrice è sul punto di ripigliare interamente l’uso de’ sensi. Comprenderete quanto il vedermi le sarebbe dannoso in questo momento... Statele attorno e non tosto avrà aperto gli occhi, le somministrerete la pozione che ho ordinata.

Gaetano si ritirò, dopo di aver di bel nuovo esplorato i polsi dell’inferma, e dopo di averla per qualche secondo guardala con angoscia indicibile.

Guari non andò e Beatrice dischiuse gli occhi con la stessa placidezza come se destata si fosse da sonno ordinario.

— Figlia, figlia mia! sclamò il Marchese e più non disse, ma tra il pianto e il riso la guardava a rinascere.

— Padre mio! mormorò la fanciulla con voce sì debole che appena giunse ad esser distinta dal Marchese.

Beatrice si volse dall’altra parte e trovò il caro sembiante dell’amica che le strinse e baciò la mano con amor di sorella.

Beatrice sorrise con tanta dolcezza, come se nulla di tristo le fosse accaduto.

— Era sicura di avervi a me vicini, disse