Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/140

Da Wikisource.

— 140 —

la voce della giovinetta, un uscio si aprì che simulava esattamente il muro.

Un uomo si era fermato sotto quell’uscio.

Gaetano gettò un grido dì sorpresa.

— Amedeo Santoni! esclamò, voi qui, signore! Dio, in quale stato lo ridussi!

— Beatrice, le nostre parti sono cambiate; voi godete la vista degli occhi ed io ne sono privo per sempre! disse il cav. Amedeo senz’ira, senza commozione.

Egli non era più che una larva di sè medesimo. Trent’anni di più non lo avrebbero totalmente invecchiato siccome compariva. Folta e scomposta gli cadea dal mento la barba nera che dava maggior risalto all’estremo biancore del suo volto. Il dolore avea lasciato un’orma possente del suo passaggio su quelle sembianze, le quali ciò nella di meno eran cosparse di tanta serenità che Gaetano ne rimase stupefatto.

Beatrice era come trasognata. Con lo sguardo fisso sull’individuo che si mostrava come un’apparizione prestigiosa, con le labbra socchiuse, ella parea che aspettasse la parola dell’enigma.

— Indovino la vostra sorpresa, Beatrice; voi non vi aspettavate di trovarmi qui e in questo stato nel quale mi ha messo il vostro sposo Oliviero Blackman.

— Che! sclamò la fanciulla e guardò il medico, voi signore!

Gaetano si covrì il volto con ambo le mani.

— Non egli si affrettò di soggiungere Ame-