Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/47

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niuna dubbiezza assalisse costui sulla riuscita dell’operazione... Comprese finalmente esser necessario di allontanarsi.

— Signor Marchese, gli disse Gaetano in disparte, una piccola commozione, una distrazione qualunque potrebbe farmi vacillar la mano... Non aggiungete altre cagioni di turbamento a quelle che risente il mio cuore. Comprendente quanto è necessario lasciarmi una intera libertà di azione...

Il volto del Marchese era tutto coverto di lagrime: ei non potè rispondere che abbracciando Gaetano. Gittò un’altro lunghissimo e tenero sguardo sulla figliuola... e si ritrasse.

Gaetano restò solo con Beatrice...

Alquanti secondi passarono nel più profondo silenzio dall’una parte e dall’altra.

Beatrice stava seduta sovra una sedia a bracciuoli, di fronte all’ampia finestra e col capo piegato sulla spalliera. Una veste di camera bianca come la neve le dava l’aspetto di una di quelle vergini addormentate che noi veggiamo sovente nella nostra fantasia ne’ primi anni della vita. Le cortine erano abbassate, siccome avea disposto Gaetano, le imposte socchiuse, sicchè fioca penetrava la luce lì dentro, e spargea sulla persona della cieca quel velame vaporoso, che circonda un cadavere di fresco posato sulla bara.

Gaetano la guardò un istante con gli occhi avidi d’amore. Vi fu un momento che una nube gli passò sulle pupille; la presenza di quella vergine così bianca... così bella, di quella donna che racchiudeva nel suo seno tanti tesori di amo-