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vava, puro di nubi e di vapori, sulla marina di Sorrento.
Le due fanciulle si alzarono, dissero le loro preghiere, e andarono a ritrovare il Marchese che le abbracciò.
Poco stante tutta la famiglia era in piedi e riunita nel salotto buono.
Gaetano era così sbalordito e quasi incredulo della sua felicità che sembrava impensierito; i suoi occhi cercavano con avidità quelli di Beatrice, come se avessero voluto leggervi l’animo della fanciulla; ma costei pareva lietissima o almeno tal si mostrava stretta al braccio di Carolina, dal cui fianco non si scostava un sol momento; sembrava incerta, paurosa; trasaliva ad ogni parola che le si diceva; arrossava fin nella radice de’ capelli allora che Gaetano le si accostava, e più fortemente premeva il braccio della figliuola del Conte.
Nessuna penna fisiologica potrà mai descrivere quello che passa nel cuor di una fanciulla nei momenti che precedono il solenne giuramento onde è ligata al destino di un uomo. Qualunque congettura si perderebbe ne’ misteri di quel cuore, pel quale la vita lascerà tra poco di essere un mistero. Molto meno tenteremo di descrivere lo stato dell’anima di Beatrice posta in condizioni così eccezionali rispetto all’uomo, cui stava per congiungersi in indissolubil nodo.
Era stato stabilito che le nozze si sarebbero celebrate a casa. A tal uopo il Marchese aveva fatto costruire nel salone un piccolo altare con tutto l’occorrente per la sacra cerimonia: il mat-