Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/85

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tino, tutta la famiglia si sarebbe recata alla Cattedrale per assistere a’ divini uffici delle feste di precetto e per implorare da Dio le celesti benedizioni.

Alle undici, due carrozze uscivano dal casini Rionero: nella prima eran sedute Beatrice, Carolina, Geltrude, la vecchia duchessa zia del Marchese, venuta il dì precedente per la lieta occasione; nella seconda il Marchese Rionero, Gaetano e il conte Franconi.

Su tutte le vie, per le quali passavan le carrozze levossi un grido di benedizione agli sposi e al marchese Rionero. Da per ogni dove si udivano parole di ammirazione per la bellezza della sposa; nè mancaron di quelli che trovaron bello anche lo sposo, tanta è la forza dell’entusiasmo nel cuore dell’onesa gente della campagna e de’ villaggi. Da per tutto scendevano su i due cocchi gruppetti di viole, foglioline e petali di rose spicciolati, confetti e nastriere di zucchero; non mancò qualche sonetto.

Il cuor del Marchese era rapito da tante ingenue dimostrazioni di affetto: i suoi occhi ne eran gonfi di gioia; la sua anima cercava la più pura azione di grazia per rivolgerla al cielo che di tanta contentezza il facea lieto.

L’accompagnarsi di così illustre maritaggio avea richiamato nel Duomo una folla di curiosi, ivi adunati a vedere ì due fidanzati: le gradinate e il vestibolo del tempio eran gremiti da una moltitudine di contadini e di marinai, i quali si sberrettavano tutti al salir della nobil