Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/100

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buon negozio per don Gesualdo... pazienza!... ma è detta! Quanto a me, è come se fossimo andati dal notaio! — E se ne tornò indietro, colle mani in tasca.

— Sentite qua, mastro Lio, — disse Gesualdo tirando in disparte Pirtuso. Burgio s’allontanò colla mula discretamente, sapendo che l’anima dei negozi è il segreto, intanto che suo cognato diceva al sensale di comprargli dei sommacchi, quanti ce n’erano, al prezzo corrente. Udì soltanto mastro Lio che rispondeva sghignazzando, colla bocca sino alle orecchie: — Ah! ah!... siete un diavolo!... Vuol dire che avete parlato col diavolo!... Sapete quel che bisogna vendere e comprare otto giorni prima... Va bene, restiamo intesi... Me ne torno a casa ora. Ho quelle quattro fave che m’aspettano.

Burgio non si reggeva in piedi dall’appetito, e si mise a brontolare come il cognato volle passare dalla posta. — Sempre misteri... maneggi sottomano!

Don Gesualdo tornò tutto contento, leggendo una lettera piena di sgorbi e suggellata colla midolla di pane:

— Lo vedete il diavolo che mi parla all’orecchio! eh? M’ha dato anche una buona notizia, e bisogna che torni da mastro Lio.

— Io non so nulla... Mio padre non m’ha insegnato a fare queste cose!... — rispose Burgio bron-