Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/191

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— Ora ricomincia il piagnisteo! — sbuffò lui. — Non ho un momento di pace, questa sera!...

— Nossignore... senza piagnisteo... Tanta salute a vossignoria!... e alla vostra sposa anche!... È che volevo baciarvi la mano per l’ultima volta!... Mi tremano un po’ le gambe... Tanto bene che mi avete fatto, vossignoria!...

— Bè! bè!... Sta allegra tu pure!... Dev’essere un giorno d’allegria questo!... Hai trovato un buon marito anche tu... Il pane non te lo farà mancare... E quando verrà la malannata, ricordati che c’è sempre il mio magazzino aperto... Sei contenta anche tu? di’?

Essa rispose ch’era contenta, chinando il capo più volte, giacchè aveva un groppo alla gola e non poteva parlare.

— Va bene! Ora vattene via contenta... e senza pensare ad altro, sai!... senza pensare ad altro!...

Com’essa lo guardava in un certo modo, cogli occhi dolorosi che sembrava gli leggessero anche a lui il cruccio segreto in cuore, cominciò a gridare per non pensarci, quasi fosse in collera.

— E senza cercare il pelo nell’uovo!... senza pensare a questo e a quell’altro... Il Signore c’è per tutti... Anche tu sei una povera trovatella, e il Signore ti ha aiutato!... Al caso poi, ci son qua io... Farò quello che potrò... Non ho il cuore di sasso, no!... Lo sai! Vai, vai; vattene via contenta!...