Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/298

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Essa, che si sentiva impallidire, finse di mettersi a ridere: una risata da fargli montar la mosca al naso, a quell’altro.

— Cosa? Ho detto una minchioneria? Nemici ne abbiamo tutti. Mastro-don Gesualdo, esempigrazia!...

Quello non vorrei trovarmelo mischiato nei miei interessi....

Fingeva anche lui di guardarsi intorno sospettoso, quasi vedesse da per tutto le mani lunghe di mastro— don Gesualdo.

— Quello, se si è messo in testa di ficcarvisi in casa.... a poco a poco.... da qui a cent’anni.... come fa il riccio....

La baronessa era tornata sul balcone a prendere aria, senza dargli retta, per cavargli di bocca il rimanente. Egli nicchiò ancora un poco, disponendosi ad andarsene, cavandosi il cappello per darvi una lisciatina, cercando la canna d’India che aveva in mano, scusandosi delle chiacchiere colle quali le aveva empito la testa sino a quell’ora.

— Che avete da fare, eh? Dovete vestirvi per andare al battesimo della figliuola di don Gesualdo? Sarà un battesimo coi fiocchi.... in casa Trao!... Vedete dove va a ficcarsi il diavolo, che la bambina di mastro— don Gesualdo va proprio a nascere in casa Trao!... Ci saranno tutti i parenti.... una pace generale.... Siete parente anche voi....