Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/300

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Accompagna don Roberto piuttosto! — Così Ciolla si persuase ad andarsene finalmente, sfogandosi a brontolare colla serva:

— Com’è allegra la tua padrona! Ho piacere, sì! L’allegria fa buon sangue e fa vivere lungamente. Meglio! meglio!

Rosaria, tornando di sopra, vide la padrona in uno stato spaventevole, frugando nei cassetti e negli armadi, colle mani che non trovavano nulla, gli occhi che non ci vedevano, la schiuma alla bocca, vestendosi in tutta fretta per andare al battesimo del cugino Motta. — Sì, ci andrò.... Sentiremo cos’è.... E’ meglio sapere la verità. — La gente che la vedeva passare per le strade, trafelata e col cappellino di traverso non sapeva che pensare. Nella piazzetta di Sant’Agata c’era una gran curiosità, come giungevano gli invitati al battesimo in casa Trao, e don Luca il sagrestano che andava e veniva, coi candelieri e gli arnesi sacri sotto il braccio. Speranza ogni momento si affacciava sul ballatoio, scuotendo le sottane, piantandosi i pugni sui fianchi, e si metteva a sbraitare contro quella bambina che le rubava l’eredità del fratello:

— Sarà un battesimo strepitoso! C’è la casa piena.... tutta la nobiltà.... Noi soli, no! Non ci andremo.... per non fare arrossire i parenti nobili.... Non ci abbiamo che vedere, noi!... Nessuno ci ha invitati