Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/315

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devono stare allegre. Hai inteso tua madre? Dice che hai tempo di crescere. Su, dunque! allegra!

La Rubiera sentivasi scoppiare sotto la mantiglia; dopo che si fu voltata indietro a salutare colla mano dalla strada tutti i Margarone schierati sul terrazzino prese a borbottare:

— Avete capito, eh?

— Diamine! Non ci voleva molto. Anche per la Giovannina bisogna mettersi il cuore in pace...

— Ma sì, ma sì! Con tanto piacere me lo metto il cuore in pace... Una civetta!... Avete visto il giuochetto del garofano? Saremmo stati freschi mio figlio ed io... Quasi quasi se lo meritava! Scomunicato! Nemico di sua madre stessa!...

Lì a due passi si imbatterono in Canali, che andava dai Margarone, e aveva visto da lontano i baciamani fra la strada e il terrazzo. Canali fece un certo viso, e fermò la baronessa per salutarla, menando il discorso per le lunghe, sgranandole in faccia due occhi curiosi.

— Siete stata da donna Bellonia, eh? Avete fatto bene. Un’amicizia antica come la vostra!... Peccato che don Ninì...

La baronessa cercava di scavar terreno anch’essa, in aria disinvolta, facendosi vento e menando il can per l’aia. — Infine... delle sciocchezze... sciocchezze di gioventù...