Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/444

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da far tendere l’orecchio a chiunque. Canali diceva a Gerbido: — Ma ti fidi poi? — E Gerbido rispose: — Oh!!! — Nient’altro.

Canali tornò a farsi la barba, tranquillo come nulla fosse, e mastro Titta non ci pensò più. Soltanto la sera, non sapeva egli stesso il perchè... un presentimento, vedendo Gerbido appostato alla cantonata della Masera, colla carabina sotto!... Gli tornarono in mente le parole di poco prima.

— Chissà per chi è destinata quella pillola, Dio liberi!... — pensò fra di sè.

Già i tempi erano sospetti, e la gente s’era affrettata a casa prima che suonasse l’avemaria. Più in là incontrando Nanni l’Orbo, che stava da quelle parti, il cuore gli disse che Gerbido aspettasse appunto lui.

— Che fate a quest’ora fuori, compare Nanni? — gli disse mastro Titta. — Venitevene a casa piuttosto, che faremo la strada insieme...

— No, mastro Titta, devo passare qui dal tabaccaio, e poi vo un momento a vedere Diodata, che è ad assistere la moglie di don Gesualdo.

— Fatemi questo piacere, compare Nanni! Venite a casa piuttosto! Il tabacco ve lo darò io, e da vostra moglie ci andrete domani. Non son tempi d’andare per le strade a quest’ora!... Credete a me!...

L’altro la voltava in burla; diceva di non aver paura lui, che gli rubassero i denari che non aveva...