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mondo, è la madre che gli addita la semplice beltà delle cose: più tardi, egli ne comprenderà il senso, più tardi egli ne afferrerà tutti i significati, ma la impressione primiera, quella che uno sguardo sapiente e dolce gli indicò, rimarrà come sorgente eterna di ammirazione. Quando appena appena il cuore del fanciullo comincia a palpitare, amando qualcuno, è un cuore palpitante che si appoggia sul suo, è una parola tenera che gli spiega le ragioni e gli scopi dell’amore, è una guida amorosa che gli insegna perchè si deve amare e come si deve amare. Quando l’aspetto dei cieli immensi e le vivide stelle, e tutto l’organismo mirabile del creato e dell’uomo si rivelano confusamente al bimbo, la madre, prima ispiratrice di fede e di pietà, gli dice come Iddio volle questa grandezza a lui simile, come lui sublime. Spesso, nella infanzia, coloro che furono, più tardi, destinati a essere le fiaccole dell’umanità, non danno segno d’ingegno più vivace: spesso, il loro