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12 evviva la vita!

il bosco, fra gli alberi, si scorgeva come un nastro sottile che andasse e venisse, ma salisse, sempre, salisse, la serpentina, la via che porta al colle del Maloia. Mentre la carrozza, rallentando ancora più il passo, iniziava la prima curva della serpentina, le nuvole si andarono aumentando, e fu un con tinuo alternarsi di luci e di ombre, secondo che esse vincevan la luna o eran vinte da essa.

— Tanto vi piace flirtare, Lucio?

— Tantissimo - rispose l’altro, con sorriso intenso.

- E questo è il paese ideale, per amoreggiare, Vittorio.

— Lo so. E vi ci riscaldate, talvolta?

— Mi ci riscaldo.

— E v’innamorate, forse, talvolta?

— Si è sempre un poco innamorati della persona con cui si amoreggia - disse, a bassa voce, Lucio Sabini.

— Ma v’innamorate? - insistette, Vittorio.

— ...m’innamoro, anche - confessò Lucio Sa bini.

— E poi? E poi? Come fate, Lucio, a guarirvi? - chiese Vittorio, con affettuosa curiosità. Perchè vi guarite, non è vero? Vi guarite?

— ...mi guarisco - disse l’altro, tristemente, guardando, in alto, le nuvole che si accavallavano, diventando meno bianche, oscurandosi, celando tutto, tutto il chiaror della luna. - Mi guarisco, da me. E se non guarisco... vi è chi pensa a guarirmi.

Parve, d’un tratto, che una tristezza senza fine emanasse da quanto pensava e diceva, da quanto