Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli, 1906.djvu/107

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Il Paravento 89

che formano la poesia di tutti i paesi civili del mondo, anche escludendo Parigi ove gli alberi sono la delizia e l’adorazione dei cittadini: mancano gli alberi e vi sono, in cambio, a irrisione nostra, alcune pianticelle tisiche, mal piantate, non coltivate, non protette e, viceversa, esecrate, odiate, perseguitate dalle autorità istesse, dai cittadini e dai monelli: tanto che sarebbe meglio sradicarle, anzi che assistere a quella lenta agonia di cui nessuno ha pietà, non il sindaco, non l'assessore dei giardini, non i proprietarii delle case, non quelli dei magazzini, salvo la vana pietà di qualche malinconico viandante, che rammenta gli alberi, non di Parigi, per amor di Dio, ma quelli di Milano e di Torino, città a cui il Signore non dette il paesaggio, ma a cui, gli uomini, si affrettarono a dare il verde e l'ombra dei begli alberi, riposo degli occhi, sogno vago dell’anima. Basta! Il Rettifilo ha una linea maestosa, il suo insieme colpisce, specialmente se, traversandolo rapidamente, guardandolo senza troppo analizzarlo, non ci si accorge delle svariate bruttezze degli svariati palazzi nuovissimi che vi sono sorti, dei loro colori diversi, alcuni chiassosi, delle goffe e pretensiose ornamentazioni di alcuni fra essi: questo,