Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli, 1906.djvu/57

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Bisogna sventrare Napoli 45

nuamente con le cambiali e fanno una lotta quotidiana col fallimento, finiscono per aggrapparsi a questa tavola così incerta del lotto; i grandi giuocatori di borsa, che vivono sopra il taglio di un rasoio e son capaci di ballarvi sopra un waltzer, a furia di febbre del giuoco, assaggiano volentieri la speranza del lotto. Tutti questi sintomi del male saliente alle classi dirigenti, mi constano, per aver visto, udito, compreso e intuito.

Le signore dell’aristocrazia giuocano, un pò per burletta, un po’ con la speranza di un nuovo braccialetto, un po’ per l’oppressione di una nota di sarta che il marito non salderà mai. Anche quelli che dovrebbero esserne salvi, perchè abituati al male, perchè ci stanno sempre in mezzo, gli impiegati dei banchi-lotto, i postieri, non possono resistere alla tentazione. Onde, alle quattro del sabato, tutti quelli che sono più ammalati, non possono più aspettare, e si recano all’Impresa, in una stretta strada fra la via Pignatelli e la via di Santa Chiara, per assistere all’estrazione dei numeri.

Ma tutte le serve, le venditrici, le operaie e gli operai, le ragazze e gl’impiegati non possono muoversi di dove sono. E allora un monello parte.