Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli.djvu/83

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subito, senza formalità e senza molte parole; gli è che in questi Banchi governativi la pubblicità è sempre grande, e una persona timida vi arrossisce di vergogna e preferisce entrare nella penombra discreta delle agenzie private, dove tutto sembra fatto con una grande segretezza; gli è che il venerdì ed il sabato, perchè il popolo napoletano deve giuocare al lotto, ha giuocato, la folla è così grande che i Banchi governativi non bastano più e il popolino si riversa nelle agenzie private. Ora, calcolate. Ogni vicolo ha la sua donna Carmela, ogni strada ha la sua donna Raffaela, ogni angolo di piazza ha la sua agenzia autorizzata; e in certe strade nere, ogni tre botteghe s’impegna. Calcolate, moltiplicate, moltiplicate, pensate alla miseria, pensate al lotto: da un lato l’avidità e la furberia: dall’altro l’onestà e l’ingenuità. Di questo cancro, l’usura, che tutto alimenta, agonizza in una infelicità infinita la gente napoletana.