Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/157

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silvia 149


malinconia, il cumulo dei ricordi che si svolge lento, lento, i rimpianti soavi, ed il flotto delle rimembranze che arriva e se ne va, per ritornare e poi andarsene di nuovo, simile all’eterna onda del mare. Quanto vi è di vero e di bello nella natura: i fiori, farfalle immote; le farfalle, fiori volanti; la fortezza onesta dei boschi, la verginità della neve, la bontà generosa della terra nera, il fermento di riproduzione che agita il mondo e la inflessibile serenità dalle stelle: tutto trovò la via del cuore di Silvia. Comprendeva che la vita è una cosa buona, che la verità di essa è nell’amore e la felicità nei figli; e tutto il suo essere si genufletteva, mentre l’anima balbettava confuse parole di grazia.

In casa la guardavano trasognati, tanto essa era sconvolta, trasfigurata nelle sue contemplazioni; ma nè il padre egoista, nè i parenti volgari, nè il marito metodico osavano farle un’osservazione, quasi compresi da rispetto. Lasciavano fare ed ella nella follia ragionante della maternità, acquistò le tele finissime, le battiste trasparenti, i merletti di filo, i nastrini di raso, spendendo senza contare. Impedì a chi la circondava di porre mano al correduccio; cucì tutto lei, pian piano, con cura, tirando i punti con un’aria di cheta soddisfazione, maneggiando le