Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/18

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libri di lui e ne recitava qualche brano, con un grazioso sorriso di ammirazione; era un’adorazione perpetua degli atti, delle parole del grande uomo: i genitori con la loro adorazione parevano chiedere umilmente l’onore di tanto parentado: lo adoravano gli amici di casa, lo adoravano i servi, egli si inebriò di quell’incenso, si commosse allo spettacolo di tanta brava gente ai suoi piedi; scese dal trono della sua grandezza e si lasciò strappare un benevolo consenso.

Un’adorazione meritata: pensava la sposina. Un uomo di genio nulla ha di simigliante con la turba degli alti esseri piccoli e comuni: egli vive in una sfera elevata, circonfusa di luce. Il portamento altero della testa; la noncurante disinvoltura della persona; lo sguardo ora fisso sulla terra, ora perduto nel cielo, sempre profondo; la sprezzatura artistica dei capelli, il solco della fronte, il senso di mistero dei vari sorrisi, la piega ironica del labbro, tutto rivela la razza degli eletti. Nessuno come chi sa entrare in un salone, inchinarsi, richiamare su di sè tutti gli sguardi, essere il centro dell’attenzione, dominare tutta la riunione. Tutto quello che egli dice, ha un senso riposto che talvolta sfugge ai profani; spesso egli dice cose molto semplici, che ognuno sa, ma v’imprime un suggello d’originalità elegante;