Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/203

Da Wikisource.

commedie di salone 195


Non racconto come il rivedere Flavia non fece che innamorare sempre più Everardo, come egli descrivesse in una lettera di fuoco tutto questo amore e quante e quali difficoltà dovette vincere, prima che la lettera capitasse nelle manine di lei: basti dire che ottenne l’intento. Flavia lesse due volte le brevi parole e rimase pensosa, pensosa, con le sopracciglia corrugate e la fronte seria: la lettera le bruciava le dita come carbone acceso, eppure non la riponeva. Pareva che quelle parole fiammeggiassero, sfiorassero la mano, e penetrassero nelle vene; sentiva un gran calore invaderla tutta, giungere al cuore ed al cervello, precipitarle il sangue; sembrava d’essere in pieno meriggio in una luce splendida ed abbagliante. Nessuna sensazione di dolore; anzi godeva di quel ricco e dolcissimo incendio in cui le si struggeva l’anima. Pensò a Leone, pensò ad Everardo: li amava.

II.

Vi erano ore in cui Flavia si sentiva penetrata, circonfusa da una grande soavità, come se voci alte e lontane le cantassero una dolce canzone, come se mani di fanciulli facessero piovere sul suo capo foglie di fiori. Le si risvegliava-