Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/218

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mendo di veder comparire sulla bella bocca della contessa un sorrisetto di scherno, per qualche offesa involontaria da lui fatta allo spirito: e viceversa la contessa badava bene alle sue parole, arrossendo di venir presa in un momento di debolezza in cui ella rassomigliasse troppo a un’altra qualunque donna.

Ma per ubbidire troppo alla loro riputazione, Flavia ed Ernesto cominciarono a diventare un po’ noiosi. Vale a dire, non per sè stessi, ma per la gente che li frequentava. Le persone di spirito è naturale che abbiano molte esigenze, è naturale che vivano una vita differente da quella volgare della moltitudine. Esso, per esempio, quando si ritrovavano in un ballo, Ernesto salutava la contessa e parlava con lei un solo momento, faceva un giretto e ritornava a dirle qualche cosa, senza fermarsi mai molto, ma ritornandovi spesso: e dattorno la gente a dire che aveva ragione di fare, poichè ella sola poteva intenderlo. Ballavano spesso insieme, per la medesima ragione, — e gli altri ammiratori della spiritosa contessa rimanevano un po’ male, delusi nella mazurca o nella quadriglia invano sperata. Quando Flavia andava via, il marchese girava un pochino ancora, per le sale, con un’aria annoiata, poi infilava il soprabito e