Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/26

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— Ci siamo con una risposta secca e fredda, da far venire i brividi in estate! Dove prendete il vostro gelo, o mia glaciale sorella?

— Lulù, sei una vera bambina.

— Ecco dove v’ingannate, bisavola del mio cuore; io non sono una bambina, perchè mi marito.

— Eh?!

— È appunto quello che mi ha detto Jeannette.

— Che imbroglio! Non capisco niente.

— Or ora, ti narrerò tutto, come si dice nei drammi. Sarà un racconto... ma Vostra Serietà mi presta tutta la sua attenzione?

— Sì, sì, ma sbrigati.

— Il giorno delle corse al Campo di Marte, ecco il tempo ed il luogo. Tu non vi eri, tu che preferisci i tuoi eterni libri...

— Se divaghi sempre, non ti ascolto più.

— Devi ascoltarmi; questo segreto mi soffoca, mi uccide...

— Ricominci?

— Smetto, smetto. Dunque alle corse stavamo in prima fila sulla tribuna: Viene Paolo Lovato e ci presenta un bel giovane, Roberto Montefranco. Soliti saluti e complimenti vaghi, essi trovano i posti e siedono alle nostre spalle,