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Pagina:Matilde Serao La moglie di un grand'uomo, 1919.djvu/76

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68 matilde serao

— Ma....

— Capisco, sarà disordinata, non fa nulla.

Guido aprì coraggiosamente; non si poteva più esitare.

— Non c’è male, non c’è male; è anche questa carina come tutto il resto. Oh! guarda, guarda! Chi ha messo qui il ritratto della mia figlietta? Certo sarà stato un gentile pensiero di Guido; grazie, caro mio. Ma io non posso rimanere; quanto me ne dispiace!

Sedettero in salotto. Marito e moglie erano molto distratti, e se il signor Giorgianni avesse avuto un po’ di naso fino, avrebbe fiutato che qualche cosa di anormale era fra loro. Ma per fortuna il buon papà non era molto furbo.

— Peccato, — egli disse, — peccato per tutta questa bella casa!

— Perchè peccato?

— Gli è che fra poco dovrete lasciarla. Se ti eleggono deputato, come ne sei quasi sicuro, ti converrà stare a Roma almeno per sei mesi dell’anno e non credo che vorrai abbandonare Emma sola a Milano. Dovrete avere due case, sarà un impaccio; pure vi è una cosa che mi solleva molto. Se venite a Roma, io potrò capitare da voi almeno una volta al mese: da Napoli a Roma il viaggio è breve e comodo, mentre da Na-