Pagina:Matilde Serao San Gennaro.djvu/62

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38 La leggenda di San Gennaro

dito che si era levato per benedire ed era stato tagliato dalla scure. Quando, ecco che una pia cristiana, napoletana, secondo alcuni, di Antignano, secondo altri, parente del Santo, dicono tutti, si avvicina al cadavere di San Gennaro e con l'aiuto di un fuscellino, raccoglie quanto più le riesce del sangue del martire, in due ampolline di vetro : nell'una stillando il più limpido, nell' altra quello che era ed è tuttavia, misto di polvere, di paglia» di fili di erba.

Il sangue dei martiri non fu, forse, venerato con una emozione immensa, da quanti hanno avuto fede, nel mondo? Non era forse la più antica fra le tradizioni, quella di raccoglierlo e di conservarlo? Non era, forse, una pietosa tradizione muliebre, quella di cercare, raccogliere, conservare questo sangue? Così fece Santa Sabina, martire; cosi Santa Prassede; così Sabina Romana; cosi Massimilla e Lucrezia, amorose cristiane, nel Sannio Irpino, raccolsero il sangue di Santo Ippolito e dei suoi compagni, martirizzati ad