Pagina:Matilde Serao Saper Vivere.pdf/41

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ma è sempre una goffaggine. La signora limita la conversazione; quando ne ha abbastanza, saluta, l’uomo s’inchina ed ella passa avanti. Il giorno seguente, o, al più, dopo due o tre giorni, bisogna portarle due carte, piegate per metà, portarle personalmente e lasciarle al portinaio. Non si va a fare una visita, in casa, se non si è invitati. Per lo più, è scorretto farsi presentare a signorine, senza conoscere i genitori, o i parenti; ma, in un ritrovo, in un ballo, può accadere. Senza por tempo in mezzo, bisogna, immediatamente, farsi presentare dallo stesso amico, dalla padrona di casa, ai genitori o ai parenti della signorina: mai è permesso ballare con lei, senza essere stato presentato dai suoi. Alle signorine non si lasciano carte: ma ai loro genitori o parenti sì, come al solito. Mai presentarsi in casa, senza esservi chiamato. Appena si è conosciuta una signora, per correttezza, bisogna cercare di conoscerne il marito: egli non deve trovare le carte di un ignoto, dal portiere, né deve ricambiare le sue carte ad un ignoto. Se la signora è vedova, non restituisce carte al presentato: per le maritate, sempre il marito le deve ricambiare, negli otto giorni. I genitori di una signorina, o i suoi parenti, a colui che fu loro presentato, e che ha portato le carte, debbono restituirle, anche negli otto giorni. Ho io detto, che non si dà mai la mano, né prima, né dopo, nelle presentazioni? Un gentiluomo non dà mai la mano a una signora, se non dopo averla vista otto o dieci volte: con le signorine, poi, questo termine è anche più lungo. Il parlare in terza persona, è del più assoluto rigore. Chi dà del voi, per la prima volta, a una signora o a una signorina, fa la figura di un ignorante e di un malcreato.


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