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II. Giorni, giorni!

È inutile di dimostrare che, malgrado i suoi difetti, il giorno è la migliore forma mondana, che ha una signora, per raccogliere, insieme, attorno a sé, tutte le sue relazioni mondane, siano basate sulla grande intimità, sull’amicizia o su semplici ragioni di riguardo. Il giorno è una forma egoistica, mondana, è vero, con la quale si mette alla porta, chiunque capiti, in tutto il resto della settimana: ma, del resto, non è necessario salvare il proprio tempo, la propria salute, le proprie occupazioni, e i propri sentimenti, contro la invasione esterna? Per sei giorni, si è liberi di andare, di venire, di leggere, di fumare, di oziare, di amare, di piangere, di ridere e ciò, infine, nella vita, è una grande cosa: posto che la libertà assoluta non esiste, assumiamo almeno una libertà relativa, concessa dai costumi cosmopoliti. Or dunque, la giovane sposa, la signora matura, la vedova, la donna vecchia e persino la vecchia zitella che abbia casa sua e un’apparenza di agiatezza, debbono avere il loro giorno, per potersi creare, poi, nel resto del loro tempo, una vita come loro conviene. La scelta del giorno deve essere fatta con molta cura, con molta riflessione, con molta prudenza, con gli studii più profondi: non bisogna scegliere la domenica, perché è un giorno in cui si va a conferenze e a concerti, in cui i ragazzi escono dal collegio, in cui vi sono tanti altri doveri da compiere: non il venerdì, che è un cattivo giorno per ricevere, sebbene molti lo considerino come un giorno eccellente, per non muoversi di casa: non il giorno in cui riceve la propria madre, o la propria suocera o la nostra migliore amica, o una dama di grande condizio-

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