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Non è più così se l’aria è allo stesso tempo riscaldata e umida. Lo stesso Berger, già citato, non resse più di 12 minuti in un bagno di vapore, la di cui temperatura erasi innalzata da 47°,25 a 53°,75. La temperatura che può sostenere un uomo immerso nell’acqua liquida e riscaldata è anche minore di quella che sopporta in un bagno di vapore. Vedremo fra breve le cagioni di queste differenze.
Era importante di ricercare le variazioni della temperatura propria degli animali esposti a diversi gradi di calore. Limitandosi alle ordinarie variazioni di temperatura proprie delle stagioni e dei climi, il calore del corpo umano è sensibilmente costante. Francklin osservò per il primo che la temperatura del suo corpo era 35°,55, mentre quella dell’aria era 37°,77. Se ne concluse da ciò, che gli animali a sangue caldo hanno la facoltà di mantenersi a un grado di temperatura inferiore a quella del mezzo in cui si trovano. Conveniva però vederle se in mezzo a temperature molto più elevate di quella dell’uomo, la temperatura del corpo subiva variazioni. Delaroche e Berger viddero accrescersi di 5° la temperatura in uno di essi per esser stato otto minuti in una stufa calda a 80°. Ripeterono essi tali sperienze sopra mammiferi ed uccelli, e si assicurarono che l’esposizione di tali animali in un aria secca e riscaldata grandemente produceva una elevazione nella loro temperatura, la quale però non poteva oltrepassare, senza produrre la morte, i 7° o 8° C.
Bastano le cognizioni elementari della Fisica a spiegarci gli effetti della temperatura esteriore sul calore degli animali. La formazione del vapore acqueo, il quale esce costantemente per la cute d’un animale, è una continua cagione di raffreddamento dell’animale stesso. Ecco perchè nell’aria molto calda e secca la temperatura dell’animale non s’innalza tanto, come quando quest’a-