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ria è carica di vapore. V’è in ogni animale una produzione continua di calore e una cagione costante di raffreddamento, e la sua temperatura si conserva, non risente gli effetti delle temperature esteriori molto elevate al disopra della propria, perchè la cagione del suo raffreddamento è tanto più energica, quanto è più alta la temperatura esteriore, e inversamente.

Edwards ha fatto un grandissimo numero di esperienze affine di stabilire se v’era differenza nel raffreddamento indotto in un animale immerso nell’aria più fredda di esso, secondo che era umida o secca, e ne ha conchiuso che il raffreddamento era lo stesso nei due casi. Se si considera che l’aria umida conduce il calore meglio dell’aria secca può spiegarsi questo resultato di Edwards dicendo, che il raffreddamento prodotto dalla più grande evaporazione nell’aria secca ha potuto esser compensato dal freddo dovuto al contatto dell’aria umida. V’è invece una differenza considerevole nel raffreddamento d’un animale, secondo che l’aria è agitata o calma. Nell’aria tranquilla e a una temperatura inferiore a quella del nostro corpo, noi perdiamo calore, per l’evaporazione, per il contatto dell’aria e per l’irraggiamento. La perdita per irraggiamento non è influenzata dalla natura e dalla presenza del gas, per cui l’agitazione del gas istesso non modifica questa perdita. Non è così della perdita che si fa per l’evaporazione e per il contatto dell’aria, la quale aumenta colla velocità del vento. Questi risultati sono evidentemente una conseguenza delle leggi fisiche del raffreddamento dei corpi per l’evaporazione. Parry racconta d’avere spesso sostenuta senza incomodo una temperatura di 17°,77 C. sotto lo zero ad aria calma, mentre una brezza di -6°,66 gli era molestissima. Il chirurgo della celebre spedizione del capitano Parry racconta che ad aria calma la sensazione prodotta