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nuova acqua che deve ascendere, come avviene in una spugna che più presto s’imbeve d’acqua se è umida, di quello che se ne imbeva essendo secca. Dutrochet ha provato a disseccare una pianta, a farle riprendere l’acqua perduta e ad immergerla di nuovo nell’acqua: ha visto che l’ascensione non aveva più luogo, tutte le volte che nel riprendere l’acqua, non giungeva a riprendere quello stato di turgore che le era naturale.

Questo stato di turgore delle cellule delle foglie, avverrebbe secondo Dutrochet per un azione d’endosmosi, per cui il liquido sarebbe traspirato dalle foglie, in un modo attivo e ben diverso da quello di un liquido che si evapora all’aria. Ricorderò infine che Dutrochet ha provato che l’influenza della luce sull’ascensione della linfa nei vegetabili si esercita sulla respirazione e sulla fissazione dell’ossigeno nel tessuto vegetabile.

Il fenomeno dell’ascensione dei liquidi nei vegetabili non è dunque dovuto alla semplice capillarità e alla semplice imbibizione: la cagione del fenomeno risiede principalmente nelle radici, e in secondo luogo nelle foglie. È probabile che nelle estremità delle radici avvenga una azione d’endosmosi, e non sarebbe strano il supporre che una cagione simile producesse il movimento del chilo e della linfa nei vasi linfatici e chiliferi, movimento che sappiamo prolungarsi per qualche tempo dopo la morte.