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dell’azoto rimane costante nell’aria atmosferica, Boussingault ha provato che ciò proveniva dall’assorbimento che alcune piante fanno di questo gas.

Questi stessi cangiamenti che la respirazione produce nella composizione dell’aria atmosferica inspirata avvengono pure nell’aria disciolta nell’acqua. Si sa che nell’acqua comune e nell’acqua del mare, sta sciolta una certa quantità d’aria atmosferica che se ne va coll’ebullizione dell’acqua stessa, o mettendo l’acqua in contatto di gas diversi da quelli che vi son disciolti, o togliendole col vuoto la presenza dell’aria atmosferica. Questi fenomeni interamente fisici si operano colle leggi ben note dell’assorbimento dei gas dai liquidi, trovate da Dalton.

Le sperienze recenti di Morren hanno pure stabilito che v’è una certa quantità d’acido carbonico disciolta in quelle acque, la quale sembra variare in ragione inversa dell’ossigene che vi è insieme contenuto. La proporzione dell’ossigene trovata in un dato volume d’aria disciolta nell’acqua, supera quella in cui si trova nell’aria atmosferica. Humboldt e Gay-Lussac trovarono nell’aria dell’acqua dolce 32 per 100 d’ossigene. L’ossigene secondo Morren sembra variare nell’acqua del mare nelle diverse ore del giorno ed essere al massimo sul mezzogiorno, e il contrario accadere per l’acido carbonico.

I pesci consumano una porzione di quest’ossigene disciolto e restituiscono acido carbonico che si trova così disciolto nell’acqua, e non è che per la successiva dissoluzione di nuova aria atmosferica, e per il successivo escirne dell’acido carbonico, che la respirazione di questi animali può continuarsi: perciò nell’acqua privata dell’aria per l’ebullizione e nell’acqua coperta d’olio, i pesci cessano presto di vivere. Riferirò qui una mia sperienza fatta, è già molto tempo, sulla respirazione della torpedine. L’aria disciolta nell’acqua dell’Adriatico presa presso la spiaggia si componeva per 100 di 11 d’acido