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lano in un giorno dall’uomo, allo stato di acido carbonico, che gli uomini ne esalano più delle donne, i bambini principalmente più degl’uomini, che più se ne esala nella veglia che nel sonno. Un cavallo rigetta allo stato d’acido carbonico 2465 gram. di carbonio, consumando per ciò 6504 gram. d’ossigene. Una vacca lattajola consuma 2212 gram. di carbonio, che rigetta allo stato d’acido carbonico, prendendo 5833 gram. d’ossigene. Le quantità degli alimenti dunque sono in rapporto necessario colle quantità dell’ossigene respirato, dell’acido carbonico esalato. L’attività dei movimenti respiratorii, la densità dell’aria respirata e la quantità di carbonio introdotta cogli alimenti, devono essere in proporzione fra di loro onde si conservino i materiali dell’economia animale.

In quegli animali in cui l’attività dei movimenti respiratorii è più grande, più rapida la circolazione capillare, maggiore la quantità dei globuli sanguigni è minima la porzione delle sostanze grasse dei loro tessuti. È il caso degli uccelli, della jena, della tigre. Fate che questi animali si muovano poco o niente, e il grasso s’accumulerà nei loro tessuti.

È indubitato dunque che un animale è un vero apparato di combustione, in cui sempre si brucia il carbonio, da cui sempre si svolge acido carbonico. Un tale apparato colorifico è stato costituito in maniera da conservare un eccesso di calore, che doveva essere necesseriamente costante, o poco variabile, sulla temperatura del mezzo ambiente. Questo eccesso varia secondo la rapidità della combustione dell’apparato calorifico animale e secondo la temperatura costante del mezzo ambiente in cui vive. Un grammo di ferro che si ossida all’aria e un grammo di ferro che brucia nell’ossigene, svolgono di certo la stessa quantità di calore, ma uno si ossida, forse in un secondo mentre l’altro v’impiega molte ore. Da ciò la differenza del calore immensamente più grande che il primo mostra sull’altro. Una massa di mosto conveniente-