Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/116

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sua immaginazione di esser rimasta sola, in sicurezza; ma ridotta alla disperazione, in mezzo a migliaia d’infelici ridotti pur essi ad uno stato indescrivibile di miseria, privi d’asilo e raccolti insieme il giorno dopo il terribile incendio ne’ sobborghi di Londra senza nutrimento, senza vesti, contemplando da lungi le rovine ancor fumanti delle loro dimore, delle loro proprietà. A lei sembrava udire le lamentevoli loro querele, ed alcune ne ripeteva con molto commovente maniera; ma a ciò che dicevano a lei non aveva altra risposta da dare se non questa: ho perduti tutti i miei figli, gli ho tutti perduti! È una cosa degna di rimarco, che quando cotesta donna incominciava a parlare, tutti gli altri tacevano: la voce della natura assorbiva tutte le altre. Dessa era la sola in tutto quel grande ospizio, la cui follia non fosse stata cagionata o dal voler troppo internarsi ne’ misteri della religione, o dalle astrattezze politiche, o dalla intemperanza nel bere, o da qualche passione perversa; e quantunque ter-