Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/182

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la reticella di seta che annodava i di lui capelli, e quindi fare un segnale al cocchiere onde arrestasse i cavalli per poter discendere e mescolarsi con la folla. Io profittai di quell’istante, ed afferrandolo pel mantello esclamai: Caro padre, questo mondo vi sembra tanto delizioso!.... e voi potreste esigere, che io ci rinunziassi.... io.... che sono vostro figlio? — Ma voi siete troppo giovane per goderne, figlio mio! — Oh? se è così, io sono troppo giovane anco per cotesto altro mondo, ove voi volete forzarmi ad entrare — Io forzarvi! mio figlio! mio amico!

Egli pronunziò quest’ultime parole con tanta tenerezza che involontariamente mi venne fatto di prendergli la mano e baciarla, intanto che le sue labbra si appressavano alla mia fronte. Fu in tal momento, che io studiai accuratamente la fisonomia e tutta la persona del mio genitore.

Era egli divenuto padre prima di avere sedici anni. I lineamenti del suo volto erano assai regolari e belli, ed aveva la più bella figura che io ab-