Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/195

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le mie forze lo interruppi così: Son figlio, o signore, e per intercedere presso i miei genitori non ho bisogno di alcuno. Io sono al loro cospetto, e se ad essi cuore non parla in mio favore, inutile affatto sarà la vostra mediazione. Io vi aveva solo pregato di far loro nota la mia ripugnanza invincibile.

A queste parole inorriditi m’interruppero, e ripeterono gli ultimi accenti che io aveva proferiti. Ripugnanza! invincibile! Ed è forse perciò, che vi abbiamo ammesso alla nostra presenza? Non abbiamo noi sopportato abbastanza la vostra ostinazione perchè cerchiate ancora di aggravare il vostro delitto? — Sì, caro padre, sì senza dubbio. Perchè mi avete fatto venir qui se non mi è conceduto di parlare? Perchè noi ci lusingavamo di esser testimoni della vostra sommissione. — Permettetemi di darvene delle prove in ginocchioni.

M’inginocchiai di fatti sperando che l’umile positura in cui mi poneva addolcirebbe le parole, che io non