Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/199

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Dicendo queste parole con un’aria quasi di trionfo, egli trascinò fuori della camera i miei genitori, ed io rimasi solo. In mezzo alla mia disperazione esclamai: Oh! se qui fosse mio fratello per intercedere in mio favore! Pronunziando queste parole stramazzai al suolo; la mia testa urtò contro un tavolino di marmo, ed io rimasi sul pavimento tutto intriso nel sangue.

I domestici mi trovarono in tale situazione. Eglino gettarono delle grida, e da tutte le parti venne gente al mio soccorso. Sulle prime credettero, che io avessi voluto attentare alla mia vita, ma per buona sorte il chirurgo, che fu chiamato era un uomo istrutto ed umano. Dopo aver egli rasati i miei capelli insanguinati, ed esaminata la ferita, dichiarò non esser pericolosa. Mia madre era certamente dello stesso sentimento di lui, perchè trascorsi appena tre giorni mi fece chiamare, affinchè mi portassi al di lei appartamento, nè io tardai ad obbedire. Una faccia nera, un forte dolore di capo