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Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/220

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si senza avermi lasciato appena una rimembranza. Io ho senza dubbio provate delle sensazioni diverse, ma non me ne è rimasta traccia più di quello che ne rimanga sulla superficie delle onde: i miei sensi ed il mio spirito erano sepolti in un completo stupore. Ciò non pertanto io eseguiva le funzioni che erano proprie del mio stato con una regolarità che non era meritevole di alcun biasimo; ma nello stesso tempo con un’apatia, che escludeva ogni elogio. La mia vita poteva paragonarsi ad un mare senza flusso. La campana, che ci chiamava ai differenti ufficii non era più pronta a suonare, di quello io fossi ad obbedire alla prima sua voce. L’automa costrutto dietro i meglio combinati principii meccanici, e che agisce con una puntualità presso che prodigiosa, non dà motivo di rammaricarsi all’artefice, più di quello che io dessi al superiore e a tutta la comunità. Io era quasi sempre il primo ad intervenire al coro; non riceveva mai visite al parlatorio; quando era dato il permesso di sortire, io lo