Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/219

Da Wikisource.
210

sa avanti la soglia, colla faccia voltata, verso la terra, e che con voce soffocata mi disse: approssimatevi... inoltrate il passo.... rompete i vostri voti.... ma voi non vi slancerete allo spergiuro, se non passando sul corpo della vostra genitrice. Io voleva rialzarla; ma ella si teneva stretta al suolo ripetendo le medesime parole. Il suo magnifico vestimento, che nascondeva sotto i diamanti e il velluto che abbandonava al pavimento su cui era distesa, faceva un forte contrasto con l’umiltà della sua positura e con la disperazione che esprimevano gli occhi di lei ogni volta ella si alzava un cotal poco per guardarmi. Sopraffatto dall’orrore, dalla tristezza e da mille altri affetti diversi, caudi quasi senza sentimento nelle braccia di mio zio, il quale si approfittò di questo momento per condurmi alla chiesa, dove mia madre ci seguì. La cerimonia cominciò; pronunziai i solenni ed irrevocabili voti, e così la mia sorte fu stabilmente fissata.

Dopo quel momento terribile si succedettero i giorni, passarono i me-