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Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/249

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riflettere, che il più piccolo movimento di questa proboscide medesima può atterrare il suo condottiere e schiacciarlo! Tale era la situazione d’ambedue noi. Io lo pressai a volermi incontanente condurre presso mio padre; egli fece delle difficoltà, e finalmente in ultima analisi mi ricordò l’indulgenza che aveva sempre usata verso di me. La mia risposta invece fu breve; ma possa eternamente rimbombare nell’anima di consimili istitutori. Ed è appunto cotesta indulgenza, gli dissi infuriato, che mi ha fatto diventare quello che sono. Conducetemi all’appartamento del mio genitore, o passerò sul vostro corpo per aprirmi libero il varco.

«Una tal minaccia, che io era capace di mandare ad effetto, giacchè voi non ignorate che io sono due volte più grande di lui, e che le mie forze, sono proporzionate alla mia persona, lo fece fremere; e vi confesso, che cotesta prova di debolezza fisica e morale pose il cumulo al disprezzo, che m’inspirava da gran tem-