Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/259

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zo grande, che a sè medesimo faceva. Dopo essersi meco congratulato del mio ristabilimento, così prese a dirmi avete voi ben riflettuto sul soggetto dell’ultimo colloquio che tenemmo insieme? — Ci ho riflettuto, e ne ho avuto tutto l’agio ed il tempo. E voi senza dubbio avrete bene impiegato cotesto tempo? — Almeno lo spero. — Il risultato delle vostre riflessioni sarà dunque favorevole alle speranze della vostra famiglia.

Coteste parole mi fecero un poco stupire; ciò non ostante risposi in una conveniente maniera. Dopo alcuni istanti passati in un totale silenzio, lo zio prese la parola rivolgendomi il discorso con molta amicizia e parlando di cose affatto indifferenti. Io gli risposi; ma quanto mi costò lo sforzo che io faceva a me medesimo! gli risposi, dico, con tutta l’amarezza di una forzata urbanità. Tutto andò bene per allora, e diedero a conoscere di esser contenti del mio ristabilimento. Mio padre stanco desiderava la pace; mia madre versava