Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/270

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voi a me consegnate, sembrami che comprometta la mia anima, e tremo al solo appressarmi a voi o vedervi. So, che la mia vita temporale ed eterna è nelle vostre mani; quando io sono assiso al mio sgabello vicino alla porta del convento, immagino che ogni passo che sento rumoreggiare nel chiostro, sia alcuno che venga a chiamarmi, perchè mi debba presentare al superiore. Quando sono in coro distinguo in mezzo ai canti la vostra voce, la quale mi pare che si innalzi per accusarmi. La notte quando vado per coricarmi, lo spirito maligno si asside al capezzale del mio letto, mi rimprovera il mio spergiuro e richiama la sua preda; i suoi emissarii mi attorniano, dappertutto ovunque io mi rivolga; io provo i tormenti dell’inferno; i santi mi danno delle occhiate corrucciate, e la rimembranza del perfido Giuda mi accompagna ovunque. Se mi addormento per un istante, le mie proprie grida mi destano ed esclamo: Non mi tradite! egli non ha ancora infranti i suoi voti; io non sono stato