Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/295

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un tale apparecchio trassi i più sinistri presagi. Io li aveva provocati ed era in loro potere! Al loro avvicinarmisi il mio primo impulso fu di gettarmi in ginocchioni ed esclamare: sono nelle vostre mani e colpevole agli occhi vostri! Il superiore senza por mente a quello, che io diceva, e forse anco senza intendere le mie parole: ora, disse, siete nella positura che vi conviene. Allorchè sentì questa parole meno terribili di quello che io temeva mi prostesi con la faccia per terra. Alcuni momenti prima, io avrei arrossito di farlo, ma quanto mai avvilisce il timore! Io temeva, che mi si usasse violenza; era sul fiore dell’età, e benchè non conoscessi la vita che in immaginazione, non l’amava meno perciò. I quattro religiosi temendo non la mia sommissione intenerisse il superiore si affrettarono a dirgli: non vi lasciate di grazia ingannare da questa falsa umiltà. Il momento della misericordia è passato; voi gli avete accordato il tempo di deliberare; egli ha ricusato di profittarne; nè voi ora