Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/299

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sto rimasero soffocate dal rumore che la porta schiudendosi fece nelle pietre del pavimento sulle quali strisciava. Si affrettarono a farmi entrare ed il superiore coi quattro religiosi rimasero al di fuori fremendo loro malgrado dello spettacolo, che si presentava a’ loro sguardi. Ebbi il tempo di guardare i mobili di quella mia dimora, che considerava dovesse esser l’ultima per me su questa terra; essa era scavata sulla pietra viva. Sopra un masso era un Crocefisso ed un teschio umano, e da un’altra parte un poco di pane ed un vaso d’acqua; per terra si vedeva una stuoia per riposare ed una altra avvoltolata per appoggiarvi il capo. Mi collocarono in quella e si prepararono a partire. Io non feci più resistenza, solamente pregai i due laici a volermi lasciare una lucerna, e feci loro con tanto ardore questa preghiera, come se avessi dimandata la mia liberazione. Di grazia, dissi loro, lasciatemi una lucerna, se non altro per difendermi dai rettili, che qui devono essere in gran numero.