Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/300

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Vedeva già che la mia supposizione non era gratuita, perciocchè molti insetti di straordinaria grossezza, turbati dall’insolito apparire della luce, discendevano arrampicando per le muraglie. Mentre io parlava i due laici univano i loro sforzi per chiuder la porta, e non mi rispondevano; reiterai le mie preci che mi lasciassero il lume, almeno per vedere il teschio e per trovare il cammino verso il Crocefisso quando avrei voluto pregare. Dessi non mi ascoltarono e chiusero la porta; gli intesi quindi allontanarsi.

Voi forse non presterete fede ai miei detti, signore, se vi dirò che dormii un sonno profondo; ma amerei piuttosto non dormir più in vita mia, che destarmi, come feci, in seno ad una tenebra profonda. Io non doveva più dunque rivedere la luce! Nulla mi era d’aiuto a calcolare il corso del tempo, se non il regolare ritorno di un laico, che ogni giorno mi portava la mia porzione d’acqua e di pane. Quando pure egli fosse stata la persona la più amata al mon-