Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/320

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mi sia permesso di venire. — Chi siete voi? — Io mi son uno cui le mura non possono escludere il passo; uno, che se vorrete in lui fidarvi, vi renderà de’ servigii, quali non ne potrete sperare da alcun uomo. Queste parole mi ricolmarono di tanto spavento, che dubitando non fosse l’inimico delle anime venuto a tentarmi, cominciai a mandare degli urli fortissimi, invocando assistenza e soccorso contro lo spirito delle tenebre. Dopo brevi istanti un religioso entrò precipitosamente nella mia cella e mi disse con vivacità: Che vi è accaduto? voi mi avete allarmato colle vostre grida; avete pronunziato il nome dello spirito delle tenebre. Che vi è accaduto? Di che temete? Io ricomponendomi gli risposi: Non ho nulla veduto nè sentito di straordinario; i miei sonni sono molto agitati, ecco tutto, nè è maraviglia che lo siano dietro le giornate che io passo!

La stessa straordinaria avventura si rinnovò per parecchie notti. Mi si facevano le più strane e terribili proposizioni, che uno possa giammai