Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/325

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da una parte io che percorreva la chiesa rischiarata soltanto dalla debol luce di una lampada solitaria, intanto che dall’altra una forte luce si spandeva sul gruppo de’ miei confratelli, e rendeva visibile l’orrore che io loro ispirava. L’uomo il più imparziale nello stato in cui mi trovava, non avrebbe punto esitato a credermi o demente o posseduto dallo spirito maligno.

Dopo di essere stato per qualche tempo inginocchiato a pie’ dell’altare mi alzai in apparenza più tranquillo e rivolsi indietro i passi per sortire dalla chiesa, ed i religiosi allora tutti si dileguarono in un istante. Quando però arrivai fuori della porta della chiesa, spossato dalla fatica e dalle emozioni diverse, caddi sul pavimento senza che fossi in istato di alzarmi, e quivi mi addormentai, nè uscii da quello stato di profondo sopore, se non quando suonò la campana del mattutino. Volli allora provare di rialzarmi; ma l’aver lungo tempo giaciuto sopra un terreno piuttosto umido, mi aveva cagionato un